Non so voi, cari Retrogaters, ma a me sono sempre piaciuti i mecha. Soprattutto quelli più “realistici” come quelli di Gundam, di Ring of Red o Assault Suite Leynos. Poteva quindi non piacermi la serie Robotech (Macross)? Ovviamente no e, infatti, questa settimana vi parlo appunto di Robotech Battlecry, un vero gioiello di gioco, probabilmente uno dei migliori realizzati per questo franchise.
Robotech Battlecry è uno sparatutto uscito nel 2002 per Playstation 2, Xbox e GameCube, sviluppato da Vicious Cicle Software e distribuito dalla TDK Madiactive. Nel gioco vestiremo i panni di tal Jack Archer, un pilota mercenario durante la Guerra Civile Globale che diventa molto amico di Roy Fokker, uno dei protagonisti della serie. Convinto ad arruolarsi nel RDF proprio da Fokker, ci ritroveremo, come stage introduttivo, a partecipare alla Battaglia di Macross Island alla guida di un caccia Varitech. Saremo tuttavia troppo distanti dal SDF 1 quando compirà il balzo, dunque ci tocca rimanere sulla terra e aspettare il ritorno di Hunter, Fokker e compagnia bella. Battlecry, infatti, si svolge nel periodo successivo al rientro della fortezza volante e della Pioggia di Morte. Il mondo è semidistrutto, con gli Zentradi vige una debole tregua e noi ci ritroviamo ancora una volta ai comandi del nostro Varitech, impegnati a difendere gli insediamenti umani da Zentradi ribelli e altri pericoli del genere. Se non ci avete capito una mazza vuol dire che non avete seguito la serie, e questo andrebbe rimediato al più presto, ma nel frattempo potete consultare una praticissima Robotech Wiki per orientarvi.
DURANTE L’AZIONE, DOVREMO SFRUTTARE AL MEGLIO OGNUNA DELLE CONFIGURAZIONI DEL NOSTRO MEZZO
Come già detto, il gioco è fondamentalmente uno sparatutto 3D, realizzato con una grafica in cell shading spettacolare. Per inciso, io adoro i giochi in cell shading (tipo Okami), ma il mio giudizio sulla grafica di Battlecry non è dettato dai gusti. Tenendo conto che si parla di un titolo uscito nel 2002, tecnicamente è una vera meraviglia! Sia il nostro mezzo che quelli nemici, sono animati e caratterizzati alla perfezione e, per quanto possibile, anche estremamente dettagliati. Fantastiche le scie di condensazione (sciii kimmici!!1!) che si formano sulla punta delle ali durante certe manovre! Purtroppo, lo stesso livello di dettaglio, non lo si riscontra in alcuni elementi del paesaggio, comunque realizzato benissimo lo stesso. Roba di poco conto, ma alle volte stride proprio.
Come al solito, in ogni cosa riguardante Robotech, il nostro veicolo avrà la capacità di assumere tre diverse configurazioni: quella da aereo da caccia (il Valkyrie è pesantemente ispirato all’F14 Tomcat), quello di Mecha antropomorfo e quella di Battroid, ovvero una via di mezzo tra aereo e mecha (in pratica un caccia con braccia e gambe). Queste trasformazioni, oltre a conferire atmosfera al gioco, sono anche molto utili in combattimento, in quanto possiedono caratteristiche differenti l’una dall’altra riguardanti velocità, armamenti utilizzabili e prestazioni in genere. In pratica, con la semplice pressione di un tasto, potremo scegliere la configurazione più adatta alla situazione corrente. E saremo spessissimo chiamati a decidere quale utilizzare, dato che il gameplay è davvero vario e divertente, con una buona curva di apprendimento. Impegnativo si, ma mai frustrante (tolta qualche missione a tempo piuttosto rognosa).
Oltre a tutto questo, Robotech Battlecry possiede anche una bella trama, magari non originalissima, ma di sicura attrattiva per i fans della saga di cui, a tutti gli effetti, costituisce uno spin off canonico. Dulcis in fundo, con l’avanzare delle missioni, avremo anche l’opportunità di personalizzare i nostri mezzi con livree sbloccabili. Un piccolo dettaglio che risulta una vera ciliegina sulla torta.
Alla prossima! #StayTuned!