Il film è girato in Australia, i registi sono due fratelli e debuttanti e l’ambientazione è horror-splatter-zombie. Il soggetto è semplice ma con qualche aggiunta innovativa e geniale. La regia è grezza ma avvincente, montaggio grossolano e riprese a volte rustiche. Il film nel complesso è ben riuscito e soprattutto è in grado di tenere l’attenzione fino alla fine senza stufare, benché ci siano pochi attori e pochi ambienti. Sarebbe ingeneroso dire : “Va beh, ci sta contando che è un opera prima”, perché Wyrmwood è a tutti gli effetti un opera riuscita e piacevole.
Epidemia improvvisa di “zombite”. Le persone si trasformano in essere affamati di carne e soprattutto carne umana. Anziché essere lenti e impediti nei movimenti sono più rapidi e atletici. Alcuni non vengono contagiati per il loro gruppo sanguigno che li rende immuni, si trovano in quattro superstiti e modificano un pick-up quattro posti in un vero e proprio mezzo anti-zombie: inferriate ai finestrini, gabbia sul retro, rostri sui paraurti. Loro si vestono con elmetti e tute da militari. Di lì inizia un’avventura. Ognuno ha la sua storia e ognuno il suo passato.
La sorella del protagonista intanto è stata rapita e chiusa in un laboratorio dove uno scienziato pratica esperimenti su di lei e si alcuni zombie; lei lì impara a controllare i morti-viventi con il pensiero. Prima di partire gli altri scoprono che gli “erranti” producono combustibile e riescono ad utilizzarne uno per alimentare la macchina stile Mad Max e come dirà uno di loro: “La nostra macchina va a zombie!”. Il finale è un misto di lotte e riabbracci.
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Devo dire che mi è piaciuto e so già che non piacerà a tutti. Per gli amanti del genere è una bella scoperta che porta seco qualche bella novità. C’è Mad Max, c’è qualche film sugli zombie e qualche classic horror; è possibile fare un film sugli zombie senza per forza riproporre qualcosa di già visto? Probabilmente no. L’idea ad esempio degli zombie come carburante o produttori di carburante è di per sé curiosa e innovativa, così come la ragazza che controlla mentalmente questi esseri mutati.
Il genere è già battuto e anche lo stile horror “scanzonato” già visto, ma penso che due giovani debuttanti abbiano avuto il coraggio di dare vita a qualcosa di più fresco e con un diverso punto di vista che vale la visione. L’Australia sarà poi in generale il futuro, è lo stato che più di tutti attira giovani e riesce così anche ad essere luogo d’incontro di nuove tendenze e nuove ambizioni. Risultato finale: ben fatto!