Ho un rapporto difficile con le storie divise in più albi, da un lato adoro la complessità della trama che si può ottenere su un più esteso numero di albo, dall’altro odio l’attesa di avere sotto mano l’intera storia. Riccado Secchi in questi mesi mi ha giocato questo scherzo bene due volte, prima con una storia doppia ( Il viandante e Abisso di dolore), ed infine con i tre numeri della trilogia che termina questo mese con Il vero futuro (preceduto da Figli della violenza e La scuola dell’odio); in entrambi i casi, la storia è talmente appassionante e ben realizzata che non si può che attendere con pazienza l’ultimo capitolo, per poi rileggere tutto d’un fiato!
Quello che mi ha sorpreso di questo trittico di storie è come il crescendo emotivo si muova su due binari, non solo interno al singolo albo ma per l’intera storia, senza fare sconti. Sembra facile ottenere questo risultato per noi lettori, ma per uno sceneggiatore mantenere questo perenne livello di tensione e tenere alta l’attenzione.
NATHAN E LEGS AFFRONTANO LA DURA REALTÀ DELLA VITA DEL SECONDO LIVELLO!
Il vero futuro ha già nel titolo il senso di finalità dell’intera storia di Secchi. La guerra per il controllo della malavita nel secondo livello giunge al termine, con un esito che imprevisto e che non ci saremmo mai attesi; è un bel colpo di scena quello che ci aspetta, perché (personalmente) mi aspettavo un finale d’effetto ma non fino a questo punto. Se l’anima hard boleid era più che evidente nei precedenti capitoli di questo ciclo di storie, con Il vero futuro giunge a compimento il racconto di Secchi, ma non aspettatevi un happy ending, perché questa trilogia vuole mostrare la vera anima della città.
In questa trilogia è mancata una massiccia presenza della componente fantascientifica che dovrebbe essere alla base della serie di Nathan Never, in compenso viene esaltata la narrazione emotiva, ci si concentra molto sull’aspetto psicologico dei personaggi. Secchi aveva già dimostrato di sapersi destreggiare molto bene in questo aspetto già in occasione della storia doppia su Kwai Chen, e in Il vero futuro ribadisce questa sua capacità. La caratterizzazione di personaggi centrali nella vita di Nathan viene curata molto bene, arrivando ad un punto di forte impatto emotivo, che segna un punto importante per la vita dell’agente Alfa.
Questa trilogia ha anche il merito di aver dato una nuova connotazione sociale alla Città, con la presentazione del nuovo sindaco, e soprattutto le macchinazioni che si muovono nello scenario politico. Si potrebbe avere il sospetto che questo aspetto sia quasi un filler, un riempitivo, ma in una serie che vuole avere una solida continuity e creare un mondo coerente e vivo servono anche questi aspetti, piccoli indizi seminati negli albi che trasmettono però il senso di completezza dell’ambientazione.
La resa grafica di questo numero è merito di Lucilla Stellato e Alessandro Fusari, che riescono a rendere al meglio l’idea di Secchi; i personaggi risultano espressivi, perfetti per una storia in cui la componente psicologica è centrale. La copertina di Sergio Giardo mantiene il suo tratto cinematografico, ritraendo i momenti centrali dell’albo e con una scelta cromatica che unito al titolo sulla copertina donano in pieno il senso di quello che ci attende all’interno. Se abbiamo ammirato il lavoro di Secchi nel dare all’intera trilogia un senso di organicità, stesso complimento va esteso a Giardo, che realizza tre copertine che per impostazione di colori e dinamicità delle tavole sono come parti di uno stesso mosaico, un riassunto perfetto della trama di Secchi.
Prima di svelare il prossimo numero, vorrei dedicare un pensiero a Fabrizio Busticchi, artista della Bonelli, che ci ha lasciati il 15 febbraio; Fabrizio aveva lavorato anche per il mondo di Nathan Never, e credo doveroso ricordalo per questa sua presenza nell’universo dell’Agente Alfa.