Benritrovati, seguaci del Dampyr! Questo mese, dopo essere tornati dal Mondo dei Maestri, Harlan e Kurjak dovranno fare i conti con, niente di meno che, delle Divinità Norrene! La Sorgente di Vita, infatti, ci riporta tra le suggestive brume scandinave dove, durante l’occupazione nazista, strani rituali furono compiuti.
La storia, sceneggiata da Nicola Venanzetti e disegnata da Arturo Lozzi, prende infatti il via in Norvegia nel 1941. In una particolare clinica, troviamo degli ufficiali delle SS intenti a preparare uno strano rituale. Delle rune vengono disegnate sul ventre di alcune ragazze incinte, sedate e posizionate in cerchio su una sorta di altare. Una SS, che apprendiamo fare parte della sezione Ahnenerbe, recita al contempo un’invocazione agli Antichi Dei di Asgard. In cielo, si forma quindi una strana perturbazione, e “qualcosa” arriva nel nostro mondo, prendendo possesso di alcuni dei bambini non ancora nati. Qualche anno dopo, quando la Germania Nazista stava ormai perdendo la guerra, assistiamo al tentativo di mettere in salvo i bambini nati dopo quella notte in Norvegia, bambini che si riveleranno essere le incarnazioni terrene di alcuni Dei!
Personalmente sono sempre stato affascinato sia dalla mitologia Nordica, sia dal cosiddetto “Nazismo Esoterico”, quindi la scelta dell’ambientazione di questo albo numero 203 di Dampyr mi è parsa da subito molto interessante, come l’idea che l’Ahnenerbe abbia compiuto strane pratiche in una clinica Lebensborn. Nella storia, l’obbiettivo principale del Capitano Ernst, l’ufficiale che aveva eseguito il rito e che, successivamente, aveva vegliato sui giovani dei incarnati, andava oltre i piani Nazisti. Ernst voleva che i giovani dei si rivelassero al mondo, probabilmente prendendone il controllo. Ma questo non viene spiegato, dato che i ragazzi si ribellano e Loki, in Dio degli inganni, uccide il vecchio nazista. Il loro vero scopo, anche piuttosto comprensibile, è quello di tornare nel loro mondo, Asgard, e per farlo sono pronti anche a sacrificare vite umane.
Se i disegni di questo albo sono bellissimi come al solito, la storia, nonostante l’interessante argomento e una prima parte coinvolgente, si perde un po’ nel finale, con qualche irrinunciabile tavola di azione. E credo sia un vero peccato, perché la vicenda coinvolge personaggi molto interessanti, quali Gudrun, la sacerdotessa Asatru che abbiamo visto accompagnare Harlan in una storia di Dampyr Magazine. Ho personalmente trovato le fasi conclusive un po’ sotto tono, quasi frettolose. Nulla di drammatico, intendiamoci, ma non sono riuscite a catturare il mio interesse come la prima parte dell’albo. Fortunatamente, nonostante l’albo sia autoconclusivo, possiamo intendere nuovi sviluppi di questa linea narrativa, e la cosa non sarebbe niente male, dati i temi trattati.