RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER – Recensione

UN'ALTRA SCUSA PER SPRECARE IL NOSTRO DENARO

10 Feb 2017

La serie di film ispirati al videogioco Resident Evil è stata molto più longeva di quanto chiunque si sarebbe mai aspettato. In generale questi film sono stati accolti meglio di quasi tutti i loro fratelli cinematografici ispirati al mondo video ludico. Tuttavia, nessuno di loro è un film veramente eccellente o almeno di qualità da cinema. Possono essere molto divertenti e di tanto in tanto avere alcune sequenze ben girate, ma la serie nel suo complesso non ha mai raggiunto il suo vero potenziale. Con l’ultima puntata che porta il sottotitolo “The Final Chapter“, la serie sembra finalmente conclusa.

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Come conclusione culminante del franchise, Resident Evil: The Final Chapter tenta di chiudere il cerchio attraverso la sua premessa. Alice (Milla Jovovich) viene inviata in un viaggio di ritorno definitivo verso l’alveare all’interno di Raccoon City. Lungo la strada, si unisce a Claire Redfield (Ali Larter) e un eterogeneo gruppo di sopravvissuti nel combattere gli zombie, mostri e soliti uomini d’affari del male generici della Umbrella Corporation. Nonostante una trama apparentemente semplice, il film è una raffica di sequenze d’azione ma offre davvero poco in termini di narrazione vera e propria. Mentre quello che suona bene sulla carta, al lato pratico le sequenze d’azione sono messe in scena male e lo script risulta pigro con un continuo utilizzo di colpi di scena e continuity retroattiva.

Per tutta la serie, l’azione non è stata costante in termini di qualità, e questo ultimo capitolo non fa eccezione con un editing nauseante e terribili rendering in CGI. Il problema iniziale con alcune sequenze risiede nella loro concezione. A titolo di esempio, una scena in cui Alice spara ad un gruppo di soldati, mentre è appesa ad un ponte risulta davvero forzata. C’è anche una sorta di “Fosso di Helm” che coinvolge i sopravvissuti che si difendono contro un orda di zombie. Le ispirazioni prese da altri film hanno afflitto la carriera di regista Paul W.S. Anderson. Che si tratti di utilizzare Enter The Dragon come base per Mortal Kombat o gli innumerevoli omaggi a Event Horizon, Anderson manca della capacità tecnica di inserire i propri tocchi stilistici sulle sue influenze.


RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER OFFRE TANTA AZIONE, MA NON RISULTA MAI DAVVERO PIACEVOLE DA GUARDARE.


Oltre ad Ali Larter, fa il suo ritorno al franchise anche Iain Glen nei panni del Dr. Alexander Isaacs, dopo la sua apparente scomparsa nel terzo capitolo, si mette in ballo la scusa del clone per riportarlo in vita. Anche se la clonazione non è un territorio inesplorato per questo franchise, si presenta davvero come una scusa banale. Iain Glen spende molto del suo tempo sullo schermo vomitando retorica religiosa. Il ragionamento dietro le sue azioni sono deboli tentativi di rendere il film intellettualmente più provocante di quello che effettivamente è. Porta la giusta quantità di energia per il ruolo ma la sua presenza mina quella di Albert Wesker come l’antagonista primario degli ultimi film. Wesker si riduce a guardare i monitor all’interno dell’alveare.

Se sei un fan del franchise, il film ci mostra una certa quantità di contesto per chiudere il quadro generale dell’intera serie, anche se molte cose viste nel film ci fanno capire come gran parte della scrittura di “The Final Chapter” siano frutto di decisioni dell’ultimo minuto. Speriamo che questo sia l’ultimo film della serie. Forse Capcom ora potrà dirigere una nuova serie che rappresenti adeguatamente la serie di videogiochi.

CONCLUSIONI: Resident Evil: The Final Chapter mette insieme i pezzi del franchise, nello stesso modo in cui si buttano dentro delle Mentos in una bottiglia di Diet Coke.

VOTO FINALE: 5

SCHEDA FILM

  • USCITA: 2017
  • GENERE: Avventura, Azione, Fantascienza, Horror
  • REGIA: Paul W. S. Anderson
  • DURATA: 106 minuti
  • SCENEGGIATURA: Paul W. S. Anderson
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