TRAVELERS stagione 1 – Recensione

CAMBIARE IL FUTURO VIAGGIANDO NEL PASSATO

17 Gen 2017

Ben due serie al momento cercano di affrontare il tema dei viaggi del tempo, una su Netflix l’altra su Sky. Uguale il tema, molto differente l’approccio, il che si traduce una varietà che non fa altro che rendere più interessante l’offerta a noi rivolta. Oggi viaggiamo con i protagonisti del serial targato Netflix, impegnati in una missione destinata a salvare nientemeno che l’intera razza umana: Travellers!

Quattro giovani vengono a trovarsi in una situazione prossima alla morta, chi per un’aggressione, chi per un’overdose, ma in ogni caso un decesso non per cause naturali; sullo schermo compare un conto alla rovescia con il tempo previsto al loro decesso, accompagnato da una fastidioso ronzio, una tortura che condividiamo con i protagonisti, che ci fa sentire parte integrante dello show. I numeri si avvicinano allo zero, aspettiamo col cuore in gola il trapasso del personaggio ma…nessuna morte, o meglio, nessuna morte apparente!


IN MISSIONE DAL FUTURO PER SALVARE LA RAZZA UMANA, AMMESSO SIA POSSIBILE!


Perché in realtà non ci sono morti, ma qualcosa di più vicino ad una rinascita. La particolarità di Travellers è l’intenzione di sfruttare la teoria scientifica dell’entaglement quantistico, adattandolo anche alla nostra attuale tecnologia, usandola come espediente per motivare come non si possano modificare eventi culminati della storia! Il viaggio indietro nel tempo funziona solo per i flussi di coscienza, che necessitano di un corpo, andando a sostituire la coscienza ivi presente, da cui la scelta di effettuare lo scambio in punto di morte; bisogna però sapere esattamente dove si trova il corpo in questione, e in questo è utile il monitoraggio passivo a cui siamo costantemente sottoposti, ovvero GPS, wi-fi, social e quant’altro attualmente consente di tracciare ogni nostra posizione. L’idea alla base di questa peculiare modalità di viaggio del tempo è accattivante, quasi scientifica, che vagamente ricorda l’impostazione di base de L’esercito delle dodici scimmie; il senso di pressante minaccia per un evento da impedire, il metodo quasi scientifico di viaggiare e la descrizione di un futuro cupo in cui tutto sembra perduto ha una forte eco del capolavoro di Terry Gilliam, ma non ne rimane mai schiavo, riuscendo a crearsi una propria dimensione.

Questa identità viene rafforzata non tanto per la parte narrativa legata al misterioso evento, quanto al difficile rapporto dei viaggiatori con la nuova vita di copertura. Chi si ritrova sposato, chi madre e chi tossicodipendente, tutti devono fare fronte in una certa maniera a delle difficoltà che potremmo definire quotidiane, spesso estremizzate per dare ancora più pathos alle puntate. Tutto è orchestrato per dare ai nostri viaggiatori un senso di opprimente fatalismo, un appuntamento col destino che diventa un’ossessione, acuito dalla consapevolezza di esser osservati dal Direttore, il capo del progetto che nel finale di stagione mostra la sua vera identità; ma cosa accade se la nuova vita influenza la scelta dei viaggiatori?

Il Grande Progetto va avanti da parecchi anni, molti altri viaggiatori sono arrivati, infiltrandosi all’interno di gerarchie di potere, assumendo ruoli importanti (uno dei protagonisti, col volto di Eric Cormak, è un agente dell’FBI); la paura di sgarrare dagli ordini diventa una costante, ma spesso il lato umano rischia di imporsi sugli ordini. In questi momenti il ritmo già serrato di Travelers si fa ancora più intenso, coinvolgente. La presenza dei Protocolli, le regole imposte dal Direttore per guidare i viaggiatori, diventano spesso dei limiti, regole ferree di chi non ha concezione della componente emozionale di una simile missione; alcuni si attaccano disperatamente a questi dettami, altri cercano una scappatoia, ma alla fine tutto deve concorrere alla realizzazione del Grande Piano.

Bisogna riconoscere agli sceneggiatori che hanno saputo dare a tutta la stagione un tono non lineare, alternando momenti di frenesia ad altri di calma apparente, illudendo i personaggi di avere adempiuto il proprio compito salvo poi metterli di fronte ad una realtà diversa, con un finale decisamente esplosivo! Gran parte del merito va agli attori, che sono riusciti a dare una prova convincente, specialmente McKenize Porter (Marcy) ed Eric Cormack, ottimamente supportati dal resto del cast; è un serial corale, con alcuni momenti dedicati al singolo personaggio, ma il forte legame di squadra, per volontà o necessità, è il fulcro della serie.

Finita la prima stagione, non ci resta che attendere l’arrivo della seconda stagione, ad oggi prevista per l’autunno, in anteprima su Showcase. Troppa attesa, visto il finale che lascia intendere una seconda stagione decisamente interessante!

CONCLUSIONI: Travelers rappresenta un variazione sul tema dei viaggi nel tempo, una diversa visione in cui la componente umana diventa fondamentale, divisa tra il senso del dovere e il proprio desiderio. Una storia frenetica, con rari attimi di respiro, che lascia comunque spazio alla caratterizzazione dei personaggi. Il finale rimescola le carte in tavola, lanciando una seconda stagione che si prospetta molto interessante. DIVERSO

VOTO FINALE: 6.5

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