Nonostante sia archiviata la celebrazione del trentesimo anno di vita di Dylan Dog con il picco toccato da “dopo un lungo silenzio” scritto da Tiziano Sclavi, anche questo mese abbiamo a che fare con una importante novità. Infatti l’annunciato passaggio di testimone del copertinista ufficiale di una delle testate ammiraglie della Sergio Bonelli Editore è avvenuto. Una transizione guidata, resa indolore, consci del fatto che Angelo Stano continuerà a deliziarci con i suoi disegni in altri progetti, come lui stesso aveva affermato in un messaggio apparso sui suoi profili social. Il nuovo che entra, il talentuoso Gigi Cavenago è un artista che abbiamo imparato a conoscere sulle pagine dell’iconico Mater Dolorosa, oltre che per le copertine realizzate sul Dylan Dog Maxi Old Boy. La sua tecnica pittorica in digitale sicuramente porta una ventata di freschezza alla testata, e questa prima copertina realizzata per Cose Perdute è un ottimo biglietto da visita per tappare la bocca ai più scettici o ai riluttanti al rinnovamento.
La storia è sorretta da due colonne storiche della SBE: Paola Barbato e Giovanni Freghieri hanno avuto il difficile compito di realizzare il numero 363 con grandi aspettative, dopo il grande ritorno di Tiziano Sclavi dello scorso numero. l’esperienza del duo ci ha regalato una storia in stile classico come non se ne vedevano da tempo dalle parti di Craven Road 7, infatti sfogliando queste pagine abbiamo la netta sensazione di essere tornati per atmosfere e concetti nella prima epoca della testata che aveva permesso a Dylan Dog di diventare il fenomeno di massa che abbiamo imparato ad amare.
LA REALTÀ CHE DIVENTA INCUBO DA CUI NON SI PUÒ FUGGIRE
Una linea sottile di demarcazione tra reale e immaginario, tra palpabile e onirico, una lettura che ci lascia sempre in bilico, accompagnati nei tormenti notturni di Dylan alla ricerca di difficili risposte interiori. Si perché in questa storia Dylan è il cliente di se stesso, è lui alla ricerca di una verità che cova dentro di sé, cercando di mettere insieme i pezzi del passato rievocati da un vecchio papillon. Un’indagine alla ricerca di ricordi ormai dimenticati di una delle estati più belle passate durante la sua infanzia trascorsa nella casa dei nonni a Crossgate. Un’estate resa ancor più bella grazie all’immaginazione che solo un bambino libero da ansie e pensieri può avere e che sfocia nella libertà di creare amici immaginari, compagni nelle avventure più improbabili. Ma è dal passato che qualcuno è tornato per rendere i vecchi ricordi di una bella estate un incubo ad occhi aperti.
Se la sceneggiatura di Paola Barbato ci porta all’interno della storia con grande capacità narrativa e con l’utilizzo di dialoghi funzionali alla narrazione i disegni di Freghieri ci danno la dimensione delle atmosfere con un sapiente mescolanza di stili per sottolineare la demarcazione tra reale e onirico. L’utilizzo impeccabile dei neri nelle scene più claustrofobiche e del tratteggio in quelle oniriche sono solo alcuni validi esempi di come un disegnatore come Freghieri conosca bene il suo mestiere.
CONCLUSIONI: Cose perdute è un nuovo inizio, si parte da qui, dalla nuova copertina, dal trentennale che ormai è alle spalle, Dylan Dog volge il suo sguardo al futuro speranzoso ma sempre tormentato dai propri incubi reali e immaginari, e forse mai realmente perduti.