THE WALKING DEAD ST 7 inizio stagione – Recensione

27 Ott 2016

The walking dead basta un nome per dare l’idea di come la settima stagione fosse attesa da tutti i fan del serial; chi come me ha dimestichezza con la versione a fumetti di Kirkman poteva aspettarsi un minimo cosa sarebbe successo, ma visto il distacco tra comic e serial non credevo sarebbe stata così tragica la prima puntata della nuova stagione.

In precedenza avevamo avuto a che fare con il Governatore, che per quanto tremendo e odioso, si era discostato parecchio dalla sua controparte cartacea, quasi diventando ancora più deprecabile di quanto mi aspettassi. Ma Negan è un altro discorso, e Rick e compagni lo hanno solo cominciato a conoscere.

the walking dead settima stagione

Per quanto cruenta e spesso dura, la serie fin’ora aveva risparmiato le scene più splatter e violente viste nel fumetto, ma Negan ribalta tutto con il suo arrivo, perchè il personaggio che abbiamo visto nel comic sbarca sul serial in tutta la sua insensata violenza, la esaspera e spinge forse anche oltre.

Dal finale della sesta stagione siamo rimasti inginocchiati nella radura con Rick e soci, in attesa di sapere chi sarebbe stato a dare l’addio alla compagine di eroi; si sono inseguite congetture, da chi conosceva i comic e faceva un nome a coloro che si aspettavano una nuova scelta.

Poi arriva Io ti ucciderò, e scopriamo come tutto quello che immaginavamo fosse un’inezia.


IL MONDO DI RICK E COMPAGNI FINISCE IN UNA RADURA, TRA LACRIME E SANGUE, PER DARE INIZIO AL REGNO DI NEGAN


La prima cosa da dire che forse il titolo è quanto di meno azzeccato si potesse decidere; Io ti ucciderò si rifa alla prima frase di Rick, al senso di odio e vendetta provato dal personaggio, ma l’originale The day will come when you won’t be (che suonerebbe come arriverà il giorno in cui non esisterai più) incarna meglio il senso di questo episodio.

Perchè il mondo come lo avevano ricostruito Rick e compagni finisce qui, non esiste più. La loro identità di gruppo, la loro spavalderia muore in quella radura, ogni loro sicurezza viene spazzata via in pochi istanti, in cui scoprono che una nuova legge comanda ora le loro vite: la Legge di Negan.

the walking dead settima stagione

Il rapporto Negan-Rick è il vero protagonista di Io ti ucciderò, il mattone su cui viene costruito il nuovo equilibrio della serie; Rick è sempre stato il capo, reticente o meno, è sempre stato lui a dettare il ritmo, ma ora scopre che qualcuno è più armato, più disinibito nel dispensare morte e soprattutto più feroce.

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Negan è un personaggio che odi subito, ma che temi e rispetti, perchè la paura è la sua arma migliore. I suoi ragionamenti sono un qualcosa di simile ad una logica spietata, inizialmente non ne senti la follia serpeggiante, confuso da sorrisini sarcastici, battutine e un atteggiamento da finto dittatore benevole; finchè non arriva l’educazione, il momento di impartire la lezione che deve fare da monito. Non ci si oppone a Negan, o si muore. E Abram paga, con una morte orribile e che viene mostrata in tutta la sua orrenda violenza. Negan non si trattiene, usa la sua mazza con gioia e ferocia, non si preoccupa di nasconderlo, mentre punisce a morte il suo esempio per educare gli amici. Seconda lezione, si ubbidisce a Negan, e non stupisce che sia il ribelle del gruppo a reagire, con Daryl che lo colpisce, costringendo il folle a dimostrare come lui tenga fede alle sue promesse, ad un’infrazione corrisponde una punizione.

E qui si prendono direttamente le pagine del comic.

Tocca a Glenn, in una delle scene più splatter e cruente della serie. Negan si diverte nel massacrarlo, e se pensavamo che la morte di Abram fosse dura, quella del coreano è un vero inferno. La vediamo negli occhi di Maggie, nell’espressione attonita di Rick e in quelle orrendamente disperate degli altri sopravvissuti. È il momento in cui tutti comprendono come il loro mondo sia finito, tranne Rick che minaccia Negan (quell’Io ti ucciderò).

E Negan decide di far capire a Rick chi comanda. È una guerra di volontà tra i due, con il folle che spinge l’ex poliziotto ad affrontare la nuova realtà di schiavo, mettendolo a repentaglio in mezzo a orde di zombie, finchè non capisce che non si piega facilmente un’anima come quella di Rick. Tuto quello che pretende Negan è una sottomissione totale, l’imporre il proprio dominio non solo sui possedimenti ma su di loro (tu sei mio, è la sua frase); quasi in un delirio divino, mette Rick di fronte a una scelta tra salvare gli altri e mutilare suo figlio, un perverso esame di Abramo.

E Rick crolla, la volontà di Negan vince.

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Tutto l’episodio si basa su un solo presupposto: il nuovo protagonista è Negan. Per renderlo al meglio non si poteva scegliere attore migliore di Jeffrey Dean Morgan, che con la sua recitazione fatta di fisicità imponente e che accompagna espressioni facciali a movimenti del corpo, una danza macabra che rende al meglio l’oscurità del personaggio; le espressioni in primo pinao sono un qualcosa di tremendo, se già dando volto al Comico di Watchmen l’attore aveva reso una convincente prova nel rednere un personaggio complesso, con Negan si supera, è puro odio e potere, senza mezze misure, incarna in pieno il suo ruolo, senza vacillare mai. Per l’edizione italiana, un’ovazione a Fabrizio Temperini,the il doppiatore di Morgan, che riesce a conferire con la propria voce tutto il potere del personaggio, un esempio di eccellenza del doppiaggio nostrano.

Ma l’episodio ha anche qualche pecca stilistica da parte di Nicotero. Se è apprezzabile il ritmo, la scelta dei flashback e l’ottimo lavoro fatto sul lento crollo di Rick (a livello emozionale, forse il migliore episodio dell’intera serie), alcune cose lasciano un filo perplessi, come il modo quasi miracoloso in cui Rick disarmato sopravvive all’orda di zombie nel test di Negan. Ogni volta che siamo sicuri che ormai sia giunta la sua ora, Rick si salva in modo piuttosto fortuito, improvvisamente gli zombie sembrano perdere la loro aggressività. Insomma, mettiamo Rick in pericolo, ma non troppo!

Nonostante questa piccola forzatura, l’episodio funziona sull’aspetto fondamentale: l’empatia. Le musiche, i dialoghi, il ritmo dell’episodio sono tutte componenti che concorrono a trasmettere in pieno il senso di fine, di tragicità della nuova situazione. Le scene finali sono un qualcosa di devastante, riscrivono completamente gli equilibri delle precedenti stagioni in modo drastico; non ci resta che continuare a seguire la nuova vita di Rick e dei sopravvissuti, sperando arrivi qualche buona notizia!

CONCLUSIONI: La serie stava accusando un calo di ritmo, ma grazie all'arrivo del tanto atteso cattivo della serie Negan con gli inaspettati risvolti della trama, il tutto sembra molto promettente.

VOTO FINALE: 7

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