Torna in edicola Nathan Never, ma come protagonista. Aspettando che in questi giorni esca l’ultimo capitolo della miniserie di Annozero, abbiamo avuto modo di tuffarci nel nuovo numero di Agenzia Alfa, che giunta alla sua trentottesima incarnazione ha deciso di riportaci nel futuro remoto del post Guerra del Buio. Per meglio comprendere questo conflitto, sarebbe bene fare un ripasso di quanto letto nei numeri 31 e 35 di Agenzia Alfa, ma chi avesse modo di prendere questo balenottero di 290 pagine potrebbe godersi un’ottima storia a prescindere dalle letture dei precedenti albi.
Personalmente non avevo apprezzato troppo il citato Agenzia Alfa 35, Nato dal buio, in cui gli intermezzi tra l’ambientazione futura e la rappresentazione del passato di Kay e Bud erano privi di equilibrio, con una convivente realizzazione del primo, contrastato da un tono adolescenziale e prevedibile per i flashback; la scelta di dare una (apparente) chiusura a questa saga all’interno del nuovo Agenzia Alfa è stata presa con particolare impegno e i risultati si vedono.
CON I FIGLI DEL BUIO ABBIAMO LA CONCLUSIONE DELLA GUERRA DEL BUIO, LA SAGA CHE CI ACCOMPAGNATO PER QUALCHE TEMPO SU AGENZIA ALFA!
La prima sensazione è di aver a che fare con uno stile che attinge profondamente alla concezione di comic sci-fi manga, cosa che per altro ho apprezzato molto (pur non essendo un divoratore di manga come il nostro Davefix, che ha scritto uno stupendo N-Files a riguardo). Questa impressione è dovuta al fatto che il disegnatore de I figli del buio è Massimo dall’Oglio, artista con una carriera di tutto rispetto che lo ha portato a lavorare anche case editrici nipponiche; ci sono dei tratti di alcuni personaggi che graficamente ricordano le atmosfere di alcuni manga, però mitigate dalla bravura di dall’Oglio nel mantenere un’aderenza allo stile più occidentale, quasi un punto di incontro tra le due diverse tipologie. Le strutture e gli apparati tecnologici, gli scorci della Città sono forse quegli aspetti che hanno risentito maggiormente di questo influsso; la fisionomia dei personaggi è resa alla perfezione, con dei primi piani e una rappresentazione delle espressioni convincente e sempre speculare alle emozioni provate dai protagonisti. Alcune inquadrature sono estremamente suggestive, trasmettono in toto il pathos del momento, il senso di drammaticità e di avventura che si respira leggendo queste pagine, ad iniziare dalla copertina, sempre opera di Massimo dall’Oglio, che ci accoglie in questo albo.
La narrazione riprende esattamente dal finale di Nato dal buio, con Bud che cerca la sua vendetta contro la Kay del futuro, figura fondamentale all’interno della Sorellanza Telepate, ma che nulla ricorda del proprio passato. I primi passi li muoveremo assieme allo sceriffo Moon Longshadow, impegnata a risolvere una serie di omicidi apparentemente legati, e che lei, con la sua abilità telepatica, riesce a ricollegare alla figura di un pericoloso assassino che mira a colpire il cuore delle telepati, Kay.
Questo spunto permette a Alessandro Russo di imbastire una storia affascinante, ben scandita e che non lascia perplessità o tempi morti nell’albo; ogni azione, ogni analisi dei personaggi arriva al momento giusto, seguendo un ritmo preciso e vario. La cura con cui viene sviluppata l’evoluzione della psiche dei protagonisti (in particolare Kay e Moon), le interazioni tra i protagonisti e il modo in cui viene spiegato tutta la conseguenza della Guerra del Buio è pulito, ordinato, credibile; se l’idea è (come sembra) di aver dato una chiusura a questo ciclo narrativo, le domande lasciate in sospeso, le perplessità precedenti vengono tutte dipanate in modo convincente, con un finale che dona a Kay un ruolo che nella linea temporale di Nathan abbiamo cominciato ad intravedere.
Una piccola chicca che ho notato, e che penso possa essere un omaggio di dall’Oglio ai venticinque anni di Nathan Never. A pagina 274 Moon impugna una pistola che, dice lei, le è stata consegnata da un uomo del passato di Kay, con i capelli bianchi e lo sguardo triste; quell’arma mi ha ricordato moltissimo la pistola usata dal nostro Nathan nel primo, storico numero Agente Speciale Alfa. Piccoli dettagli, che fanno sempre piacere e donano al tutto un ulteriore senso di appartenenza!