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DYLAN DOG N.360 : REMINGTON HOUSE
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La spettacolarizzazione dei fatti di cronaca nera non scandalizzano più nessuno. Basta dare uno sguardo al palinsesto televisivo nostrano per rendersi conto di quanto la gente sia morbosamente attratta da questo tipo di tematiche: stupro, sequestro di persona, omicidio e chi più ne ha più ne metta. Quindi se c’è alta domanda ci sarà anche un’offerta adeguata, è la regola del mercato.
Remington House è tutto questo, un contenitore dove si fondono tutti questi sadici ingredienti. In questa casa in stile vittoriano qualche anno prima si è consumata una raccapricciante tragedia familiare, cosa che l’ha fatta diventare meta di un tour dell’orrore dove si possono ripercorrere tutti quei terribili momenti accompagnati da una preparata guida turistica.
Scopriamo tramite una delle due guide, che Dylan era il poliziotto intervenuto subito dopo gli omicidi, infatti lo vediamo ritratto in divisa in una delle cartoline souvenir messe in vendita all’interno della casa. Tara per cercare di vincere la competizione con il suo collega cerca di ottenere da Dylan maggiori macabri dettagli sulla vicenda per cercare di migliorare la propria “performance” durante il tour guidato.
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UN MACABRO TOUR PER SODDISFARE IL VOUYERISMO PIÙ SADICO
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Un Dylan riluttante accetta a malincuore di accompagnare la ragazza all’interno della casa, ed è questo il momento che il tassello mancante completa il disegno. Vediamo attraverso una visione distorta Dylan e Tara addentrarsi nell’abitazione come se qualcuno o qualcosa lì osservasse da molto vicino. A questo punto è nato il dubbio che mi ha assalito durante la rilettura: la casa li stava aspettando? C’era già un disegno da compiere e per dare il via a tutto mancava l’ultimo tassello? Se così fosse l’idea narrativa di far partire i fenomeni paranormali a seguito delle scariche elettriche del defibrillatore per rianimare il signor Barnes, forse era superflua. Non voglio addentrarmi sui fatti che accadono in Remington House per non rovinarvi la lettura ma vi assicuro che ci sarà parecchio movimento da quelle parti.
Remington House è un mix tra Amityville e Ballata Macabra, soprattutto il concetto di casa “viva” mi ha ricordato molto il film del 1976 di Dan Curtis con protagonista un grande Oliver Reed. La casa che chiede un debito di sangue, usando le persone al suo interno per soddisfare i propri piani diabolici.
Paola Barbato ha davvero fatto un buon lavoro con la sceneggiatura facendoci rivivere gli omicidi per ben tre volte, aumentando per gradi la tensione e riempiendo di citazioni da American Horror Story e addirittura alla Bibbia “qual’è il tuo nome? Il mio nome è legione perché siamo molti“. Ma sono i disegni di Sergio Gerasi che hanno davvero fatto centro. Tavole piene di dettagli che accompagnano il lettore in questo incubo crescente, tutti i personaggi sono stati davvero caratterizzati egregiamente e con un Dylan davvero molto azzeccato. Notevoli anche le scene dinamiche che grazie al perfetto utilizzo di chiaroscuri ci permettono di immergerci totalmente nell’azione claustrofobica di Remington House.
Suggestiva la copertina disegnata da Angelo Stano che pone Remington House in cima ad una collina come la casa in Psyco di Alfred Hitchcock.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”19759″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”19760″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]
Ci stiamo avvicinando al trentennale di Dylan Dog è questo albo ci accompagna per mano verso l’atteso Mater Dolorosa, un albo completamente a colori che non vedo l’ora di leggere.
In generale il mio giudizio è più che positivo, Barbato ha avuto coraggio a scegliere il tema della casa infestata in quanto è molto facile cadere nella banalità e nei cliché. Il lavoro sui principali attori della storia ha dato spessore alla narrazione e ci ha regalato un Dylan davvero molto determinato a non cedere anche quando le cose sembrano andare nel peggiore dei modi.
Restiamo in attesa di leggere il prossimo numero in uscita il 29 settembre dal titolo: Mater Dolorosa.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_custom_heading text=”SCHEDA FUMETTO” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Condensed%3A300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C700%2C700italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal” css=”.vc_custom_1443559354830{padding-top: 0px !important;padding-right: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;padding-left: 0px !important;}”][vc_column_text]
- USCITA: 29/08/2016
- SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
- DISEGNI: Sergio Gerasi
- COPERTINA: Angelo Stano
- CASA EDITRICE: Sergio Bonelli editore
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