Sono parecchi giorni che la comunità italiana di appassionati di manga è insorta contro un servizio del programma Le Iene, reo di avere presentato un reportage dal Giappone in cui si associano manga e pedo-pornografia. Che si tratti di un servizio verità o di un reportage fatto per scandalizzare e attirare l’attenzione, il lavoro di Nadia Toffa ha creato un caso che ancora oggi non si è sgonfiato. Rendiamo anche merito alla Toffa che in un post riparatorio su Facebook cerca di minimizzare l’impatto del suo servizio, citando anche un italiano, Marco Togni, che in un suo articolo difende il lavoro de Le Iene.
Non avendo bene conoscenza della materia ci siamo avvalsi dell’opinione di esperti, di italiani che vivono e conoscono bene il Giappone; abbiamo interpellato anche Marco Togni, ma ha scelto di non rispondere alle nostre domande perchè ritiene che il suo articolo citato dalla Toffa abbia già spiegato a sufficienza la sua posizione.
Fortunatamente abbiamo ricevuto una maggior disponibilità da Davide Bitti, un nostro connazionale che dopo anni di passione per il mondo nipponico è riuscito a realizzare il suo sogno e trasferirsi nel paese del Sol Levante per approfondire questa sua passione, grazie ad una borsa di studio giapponese. Davide cerca di presentare attraverso al sua pagina Facebook Vivi Giappone in modo oggettivo la vita nipponica (con video o post), per cui abbiamo deciso di rivolgere a lui le nostre perplessità sul servizio delle Iene.
Prima di leggere le sue risposte, vi invitiamo a riguardare il servizio di Nadia Toffa.
Ciao Davide, grazie di avere accettato questa piccola intervista. Prima di entrare nel merito del servizio de Le Iene, ti va di raccontarci come e quando ti sei appassionato alla cultura nipponica?
Grazie a voi per avermi contattato! Beh, mi sono avvicinato al Giappone sin dalle scuole elementari. Da lì in poi la mia passione è stata alimentata da anime, manga e videogiochi. Ma è solo quando ho deciso di studiare seriamente la cultura e la lingua nipponica, iniziandone a conoscere le varie sfaccettature, che la mia passione è esplosa per davvero. Ora, dopo anni di impegno, mi ritrovo qui a Sendai grazie alla borsa di studio del ministero dell’istruzione giapponese.
Qual è il tuo rapporto con i fumetti del Sol Levante? Da totale neofita, mi sembra di aver capito esistano diverse tipologie di “manga”; potresti spiegarmi quali sono le diverse tipologie di fumetto manga?
Io ho un rapporto di riconoscenza verso i manga, è anche grazie a loro se ho iniziato ad interessarmi a questo paese. Però, non sono mai stati per me una vera e propria mania, nonostante ne abbia collezionati per anni (e tutt’ora mi piace comprare vecchie serie in lingua originale per poterle finalmente apprezzare appieno). Ci sono moltissime tipologie di manga, ma possiamo, almeno a mio avviso (contentissimo di essere contraddetto), dividerli in quattro MACRO sezioni: Yōnen-manga (per bambini fino alle elementari), shōnen-manga/shōjo-manga (per ragazzi/ragazze pre-adolescenti e adolescenti) seinen-manga (per giovani dal liceo in su) e infine i manga per adulti (che hanno varie denominazioni e possono anche avere contenuti erotici)
La cultura giapponese ovviamente è diversa da quella italiana; quali sono gli aspetti della società nipponica che ti hanno inizialmente messo in difficoltà?
Questa è sempre una domanda piuttosto difficile a cui rispondere. La società giapponese è appunto molto diversa da quella italiana a cui sono abituato e, per molti versi, sottovalutare la cosa nel primo periodo mi ha portato diversi problemi. Ma a suon di figuracce e sgridate (da parte magari dei professori), ho imparato a gestire la cosa.
Ora non ci resta che affrontare la questione che da qualche giorno in Italia ha interessato gli appassionati di manga, ovvero il servizio di Nadia Toffa sul rapporto manga-sesso-pedofilia. Hai visto questo servizio, ne hai un’opinione?
Sì, ho visto il servizio e la mia opinione, come ho anche detto nel video a riguardo sul mio canale youtube (Vivi Giappone), è che sia stata buttata completamente alle ortiche un’ottima chance per fare vera informazione su un problema molto delicato.
Nel montaggio del servizio mi sembra di capire che tutto il mondo dei manga sia virato verso un’ottica prettamente sessuale; eppure conosco persone che leggono One Piece, Dragon Ball o Ken Shiro e non mi è parso ci fossero connotazioni sessuali così marcate. Come si concilia questo con quante affermato nel servizio della Toffa?
Il modo di accostare tutto il mondo del manga alla pornografia, mi ha ricordato (quasi con tenerezza), i primi anni ’90 quando, durante il boom del fumetto giapponese in Italia, qualsiasi servizio televisivo o giornalistico cadeva nello stesso errore. Ma al tempo forse era anche colpa dell’ingenuità e della scarsità di informazioni, però ora, nel 2016, la cosa non è propriamente ammissibile.
Vivendo in Giappone, sei mai stato in questa “Disneyland dei Manga”? Potresti spiegarci se le ragazze che il servizio addita come “addescatrici” abbiano realmente questo ruolo?
Sì, sono stato ad Akihabara varie volte (e vi ho fatto anche vari video). Non è la mia zona di Tokyo preferita ma se passo per la capitale nipponica, mi fa piacere farci un salto veloce. Le ragazze che compaiono nel servizio, sono essenzialmente “pr” di locali di Idol o Maid Cafè, posti assolutamente innocui. Interviste del genere le avrei volute vedere in ben altre zone di Tokyo.
Come si spiega questa forzata associazione tra manga e sesso nel servizio? La cultura giapponese è davvero così focalizzata sul sesso?
Come ho detto anche nelle prime domande, il genere dei manga erotici esiste in Giappone. I negozi specializzati in fumetti hanno anche zone apposite vietate ai minori. Ma sono appunto zone delimitate e non mischiate con gli altri generi. Certo, ogni tanto anche nei manga non per adulti, c’è il cosiddetto “Fan Service”, ma nella nostra commedia erotica all’italiana abbiamo visto ben di peggio!
In diverse parti del servizio, la Toffa chiede l’età alle ragazze intervistate. La vediamo scandalizzarsi quando rivela che alcune sono minorenni; in rete sono comparsi diversi video in cui la traduzione fatta da Le Iene viene criticata in quanto non corretta. Secondo te questo errore è fatto in buona fede o viene costruito ad arte per dare maggior enfasi al servizio?
Quei video li ho fatti io e li ho postati sulla mia pagina facebook “Vivi Giappone”. Che sia in buona fede o meno, tradurre 19 con 15 in un servizio dedicato ad un tema così delicato, girato mesi prima e andato in onda su una rete privata per un programma ad alto budget, beh, è comunque un errore molto grave, ben difficile da sminuire.
Ad un certo punto viene presentato un uomo di una certa età con una passione sfrenata per una idol. Chi sono di preciso queste idol?
Le Idol sono un fenomeno che parte dagli anni ’70 e sono essenzialmente cantanti (ragazze) adolescenti che si esibiscono ballando singolarmente o in gruppo. Da anni ormai le più famose sono le AKB48 (che nascono proprio ad Akihabara da cui prendono il nome) che sono, appunto, 48 (ma anche di più visto che sono divise in gruppi) e che monopolizzano tv e pubblicità. Ricordo che nel 2010/2011 non si poteva stare 2 secondi senza trovare una di loro in qualche spot, programma o campagna pubblicitaria. Quasi un incubo direi .
Sempre parlando con questo tizio, si indica come ci sia una mancanza di rapporto interpersonale nella cultura giapponese, frutto di una eccessiva etica del lavoro che mina amicizie e simili. Tu che vivi in Giappone, hai notato questa tendenza?
Io vivo ancora nel contesto universitario che è comunque diverso da quello delle grandi aziende. Va detto che, per quello che posso dire riguardo alla mia esperienza, molti amici giapponesi, dopo aver iniziato a lavorare, sono effettivamente praticamente spariti. Non parlerei comunque di mancanza di rapporto personale. Pensandola così, si fa l’errore di cui ho parlato prima; ovvero vedere la società giapponese attraverso il filtro della società in cui viviamo. Le relazioni umane sono diverse dalle nostre e quindi alla fin fine fare un paragone è azzardato. Va inoltre detto che molti si riferiscono al Giappone pensando solo a Tokyo, una megalopoli da decine di milioni di abitanti, dove per incontrarsi con qualcuno spesso si devono fare decine di minuti in treno. Ma in Giappone ci sono realtà molto più a dimensione umana rispetto a Tokyo e Sendai, dove vivo, è una di queste realtà.
Quali sono, a tuo giudizio, le principali mancanze del reportage de Le Iene? Lo giudicheresti un servizio preciso e onesto sui manga e il Giappone in generale?
La grande mancanza, oltre alle traduzioni indifendibili, è stata quella di voler fare un mischione e di, come diciamo noi di Roma, buttarla in caciara. Vice, mesi fa, trattò lo stesso argomento, ma ne venne fuori un servizio incredibilmente interessante.
In conclusione, credi che il servizio della Toffa sia affidabile, o che abbiano creato un reportage che miri solo ad ottenere facili ascolti basandosi su speculazioni non verificate?
Ripeto solamente che è stata bruciata l’occasione per fare un servizio diverso e profondo su un argomento delicato.
Queste sono le opinione di Davide Bitti, che ha sicuramente una maggior conoscenza del Giappone rispetto a noi di Nerdgate. Sono tanti anche gli addetti del settore che hanno mosso delle critiche all’operato del programma di Italia Uno, e fra i tanti mi limito a citare il servizio fatto da Vice, dove a rispondere ai nostri stessi quesiti è stato l’editor e collaboratore di Planet Manga Mattia dal Corno.
Ovviamente non tutto quanto detto dalla Toffa sembra falso, solo che il modo in cui viene presentato ha un tono eccessivamente strumentale e più in linea con un giornale scandalistico che non con un reportage serio ed affidabile.