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ASTEROIDE ARGO: IL MISTERO DEI TERRESTRI
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All’interno della serie Nathan Never sono presenti diversi volumi spin-off, alcuni più vicini al mondo del nostro Agente Alfa ed altri decisamente slegati dalle avventure mensili della serie. A quest’ultimo gruppo appartiene Asteroide Argo, il volume annuale nato nel lontano 1998 come seguito/spin-off del secondo volume di Agenzia Alfa, I naufraghi del tempo.
Le avventure dell’equipaggio dell’asteroide si discostano molto dal corpo narrativo della serie regolare, non solo per l’ambientazione, ma anche per il tipo di fantascienza che presentano, prendendo una strada che li porta più verso uno Star Trek fumettistico, contrariamente alle storie di Nathan che sembrano ispirarsi maggiormente ad atmosfere stile Blade Runner.
Questa scelta coraggiosa va premiata, è il segno che il team responsabile della serie vuole offrire quanta più scelta possibile a chi cerchi in casa Bonelli una dimensione sci-fi più “classica”, fatta di confronto con razze aliene, diplomazia, esplorazione ed avventura.
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TORNA ASTEROIDE ARGO, CON UN’APPASSIONANTE INDAGINE SULL’ORIGINE DELLA RAZZA UMANA
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Con Il mistero dei terrestri, Asteroide Argo decide però di giocare duro, andando a confrontarsi con uno dei più grandi misteri della nostra civiltà: l’origine della razza umana, spingendo i nostri protagonisti a cercare il famigerato anello mancante.
Come spiegato con una meravigliosa semplicità nell’introduzione da Bepi Vigna, la razza umana rappresenta da sempre un mistero, visto che non si è ancora certi di come si sia sviluppato lo step evolutivo fondamentale per la nascita della nostra civiltà; alcune teorie ritengono responsabile lo sviluppo della parola come la molla che ha fatto scattare il meccanismo, ma non si riesce a trovare quale dei nostri antenati abbia sviluppato (e in che modo) questa capacità. Sempre nell’introduzione vengono citati due studiosi, Sitchin e Biglino, i quali sostengono (con teorie intriganti ma con scarso materiale di supporto) che sia intervenuta un’influenza aliena nel pilotare la nostra evoluzione. Questa teoria ha incuriosito non poco Vigna, che ne ha fatto la base per sviluppare la sua sceneggiatura.
Dopo essere approdati nella Terra del passato nello scorso albo, i membri dell’equipaggio di Argo devono riparare il proprio asteroide per cercare di tornare al giusto corso temporale, ma non sanno resistere (da bravi esploratori) alla tentazione di studiare gli ominidi che popolano il pianeta, curiosi di scoprire di più sulle origini della razza umana.
Questa curiosità scatena negli scienziati alieni Zaak e Talaak la volontà di scoprire la vera origine dell’umanità, decidendo di trovare l’anello mancante della specie umana, a costo di ricrearlo per tentativi in laboratorio, avvalendosi di esperimenti sugli ominidi.
L’idea è lo spunto per creare anche un interessante dibattito sui confini che la scienza deve rispettare, mettendo la morale aliena votata alla conoscenza assoluta in contrasto con l’etica umana che privilegia il rispetto dei diritti di ogni forma di vita; prendere una posizioni decisa non è facile, anche perchè Vigna, con esperienza, costruisce un buon background culturale per gli alieni in cui la scienza è stata la sola fonte di sopravvivenza. È una tematica sempre attuale, controversa e che difficilmente viene affrontata con criterio e pacatezza; il fatto che l’autore la faccia diventare centrale nella sua sceneggiatura, trattandola con rispetto e senza prese di posizioni personali, conferisce al mistero dei terrestri un carattere proprio, intenso e appassionante, spingendo il lettore a parteggiare per una fazione o per l’altra, ma comunque lasciando la scintilla di una riflessione che merita attenta considerazione.
Ma la ricerca della nostra origine non è la sola protagonista della storia, visto che la Galassia sta affrontando una situazione politica tumultuosa, data la recente invasione Cramos, fomentata dallo spietato Leek. Vigna ha ideato i perfidi Cramos come una razza simile a locuste fameliche, dando loro uno stile spiccatamente militaresco e autoritario; le tavole in cui viene presentata la sfilata trionfale delle truppe Cramos ricorda fortemente i cinegiornali di epoca fascisti, con il loro tono ampolloso e propagandistico, conferendo alla vicenda una nota di realismo che rende ancora più netto il contesto.
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Il Mistero dei terresti ha il merito di mostrare un profondo lavoro sui personaggi, andando a presentare i rapporti interpersonali sotto una luce nuova; se Jack e Talaak devono affrontare il fatto che le due morali diverse possono essere una ferita insanabile per il loro amore, i collaborazionisti dei Cramos affrontano il peso della loro scelta, scoprendo come non sempre schierarsi con il più forte si riveli la scelta corretta. In questo albo le vicende legate alla politica galattica si infittiscono, vediamo la nascita di un movimento di resistenza, assistiamo alle macchinazioni nelle stanze dei bottoni e scopriamo come il risentimento e la sete di potere possano avvelenare anche i sentimenti del più fedele dei servitori.
Tutte queste sfaccettature della trama sono mescolate con intelligenza da Vigna, che riesce a spostare la storia sui due fronti narrativi (e temporali) senza confondere il lettore, azzeccando i tempi giusti per spostare l’attenzione.
Ad aiutare Vigna troviamo i disegni di Andrea Bormida, puntuale nel suo lavoro, capace di tratteggiare scene di azione intense e dinamiche, alternando tavole con panorami mozzafiato a vignette più emotive, fatte di intensi primi piani e adatte a sviluppare le relazioni interpersonali.
Nell’introduzione all’albo viene precisato che ci stiamo avvicinando al termine della saga, ma ancora non viene specificato il termine finale per le avventure dell’Asteroide Argo, di sicuro con gli ultimi due albi le vicende di Helen e compagni sono diventate molto interessanti!
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- USCITA: 29.01.2016
- SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Bepi Vigna
- DISEGNI: Andrea Bormida
- COPERTINA: Max Bertolini
- CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore
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