Black Phone 2 – La recensione

Vi siete mai chiesti cosa succede ai protagonisti quando il loro film finisce? Come va avanti la vita di quei personaggi che hanno perso tutto? Il finale apparentemente felice del primo Black Phone è ormai un ricordo lontano, e se siete curiosi di sapere come sta Finney anni dopo aver sconfitto il Rapace, Black Phone 2 vi aspetta al cinema a partire dal 16 ottobre.

Venire considerato un eroe dai suoi compagni poteva inizialmente sembrare un grande passo avanti rispetto a venire bullizzato tutti i giorni, ma con il tempo Finney si è reso conto di dover convivere per il resto della vita con il trauma di essere l’unico sopravvissuto di un serial killer, trovandosi costretto a fare i conti con quanto successo e finendo così per diventare un diciassettenne ribelle tormentato dal proprio passato. Allo stesso modo sua sorella Gwen, che ha il merito di aver fatto ritrovare i corpi delle altre vittime del Rapace, viene presa di mira e vista come una strega a causa delle sue capacità da chiaroveggente. Quello che succede a scuola però non è la preoccupazione più grande dei due fratelli, perché, mentre Finney cerca di ignorare le chiamate che riceve dall’aldilà, Gwen viene tormentata da sogni sempre più realistici e disturbanti in cui è costretta ad assistere ad una serie di omicidi brutali. La conclusione di Black Phone è un’illusione di lieto fine. Vedere Finney uscire dalla casa del Rapace e abbracciare sua sorella ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti gli spettatori che speravano in un finale positivo per i due fratelli. Ancora meglio quando Finney torna nella scuola dove fino a poco tempo prima veniva preso di mira dai bulli, e ora tutti lo guardano con ammirazione (e anche un po’ di timore), considerandolo l’eroe che li ha salvati dall’uomo che negli ultimi anni ha terrorizzato la cittadina. E se si fossero limitati ad un solo film, questa illusione si sarebbe potuta reggere in piedi perfettamente – d’altronde il film finisce con Finney che sorride felice per il futuro, perché avremmo dovuto pensare qualcosa di diverso?

Forse perché essere sopravvissuto non cancella il trauma di quello che ha subito Finney da quel giorno in cui la sua strada è andata ad incrociarsi con quella di un mago part time con un van nero pieno di palloncini neri. Forse perché, per sopravvivere, ha dovuto uccidere una persona con le sue stesse mani. Forse perché il fatto che lui sia riuscito a scappare da quello scantinato non ha riportato in vita Robin, Bruce o tutte le altre giovanissime vittime del Rapace, che non hanno mai potuto fare il loro trionfale ritorno a scuola. Eppure sono stati loro ad aver aiutato Finney a scappare – merito che, però, non verrà mai riconosciuto perché troppo difficile da spiegare…

Qual è l’effetto che tutto questo può avere su un ragazzino? Come avrà influito il trauma sulla mente malleabile di un adolescente? Il sapere di aver usato la violenza per salvarsi, una violenza che nessuno gli ha mai rinfacciato di aver usato? Finney non è però l’unico ad essere cresciuto vivendo le conseguenze dell’incontro con il Rapace. Tutti sanno ormai che Gwen ha aiutato le indagini grazie ai suoi sogni premonitori, e questo non è visto in buona luce dai suoi compagni di scuola che, invece che considerarla la ragazza grazie a cui sono stati ritrovati i corpi delle vittime, hanno cominciato ad additarla come strega, isolandola completamente. Risulta sempre molto interessante (e anche un po’ scioccante) quando un sequel mostra in modo realistico le conseguenze delle vicende traumatiche vissute dai protagonisti e questo è, senza ombra di dubbio, uno dei punti forti di Black Phone 2. Quel senso di speranza che lascia il finale del primo film, viene cancellato totalmente nei primi 20 minuti del sequel, instaurando da subito un tono molto più dark, malinconico e maturo. Perché se Black Phone poteva risultare bambinesco e un po’ infantile (in linea con l’età dei protagonisti) il tono di Black Phone 2 sembra essere cresciuto e maturato con Finney e Gwen, adattandosi al trauma vissuto, all’infelicità data dalla loro condizione e alla vita che sembra aver perso colore. Il cambiamento è reso evidente anche dalla direzione più cruenta in cui si sono mosse alcune scene – cambiamento che sicuramente verrà apprezzato da chi aveva criticato proprio l’infantilità del primo film.

Il ruolo di Gwen è molto più centrale rispetto al film del 2022 e i suoi sogni in Super 8 (che a questo punto è evidente che non “sono solo sogni”) sono una parte centrale della trama. Non solo perché la storia gira quasi interamente intorno ad essi, ma anche perché sono proprio loro a dare a Black Phone 2 un’atmosfera estremamente angosciosa e disturbante, che ricorda uno dei lavori precedenti, e più popolari, del suo regista, Scott Derrickson: Sinister, che è considerato ancora oggi, a distanza di 13 anni, uno dei film horror più spaventosi della storia – lo dice la scienza!

Gli unici tasti dolenti di Black Phone 2 sono la sdolcinatezza che continua a portare quella puntina di infantilità alla storia (e che non convincerà i cultori dell’horror “cattivo”) e il ritmo che, purtroppo, risulta lento e a tratti soporifero. Black Phone 2 è la dimostrazione che la formula giusta per far funzionare un sequel potrebbe essere staccarsi completamente dal tono dell’originale.

CONCLUSIONI: Black Phone 2 non dà l'impressione di essere un sequel fatto per cavalcare l'onda del successo al botteghino dell'originale. È un film che ha effettivamente qualcosa da raccontare, e lo fa distaccandosi dal primo sotto diversi aspetti, risultando più angosciante e spaventosa; una storia che è cresciuta e si è evoluta nel trauma, così come i suoi due protagonisti. Rispondete alla chiamata: Black Phone 2 vi aspetta al cinema dal 16 ottobre!

VOTO FINALE: 7.5

SCHEDA FILM

  • USCITA: 16/10/2025
  • GENERE: Horror
  • REGIA: Scott Derrickson
  • DURATA: 113 min.
  • SCENEGGIATURA: Scott Derrickson, C. Robert Cargill
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