Hell is Us – Recensione

Fin dal suo annuncio nel 2022, Hell is Us è stato capace di attirare l’attenzione grazie ad una direzione artistica peculiare ed a delle idee di gameplay molto interessanti; ora dopo quasi 3 anni è arrivato sul mercato, scopriamo insieme com’è andata.


BENVENUTI AD HADEA

Hell is Us è ambientato ad Hadea, una nazione fittizia che da anni è flagellata da una guerra civile brutale che non ha risparmiato nessuno, e da esseri sovrannaturali molto pericolosi.
Le due fazioni in guerra sono i Sabiniani, rappresentati come quelli più autoritari ed organizzati, ed i Palomisti che sono invece dipinti come vittime delle condizioni sociali e di questo conflitto durato fin troppo a lungo.

In questo contesto si inserisce il nostro protagonista, Rèmi, un ex peacekeeper che decide di tornare ad Hadea per scoprire cos’è successo alla sua famiglia.
Da questa premessa la storia prenderà una piega indubbiamente interessante, andando a toccare temi quali religioni radicate, lotte ideologiche e antichi ordini cavallereschi; su tutto ciò svetta la guerra, elemento centrale dell’opera.


Nel complesso Hell is Us è scritto decisamente bene, difatti storia, dialoghi e npc rappresentano il punto di forza maggiore dell’opera.

Per scoprire tutte le sfaccettature della trama dovrete esplorare a dovere e scovare molti oggetti, lettere e documenti vari, dato che per scelte di design le poche cutscene della storia principale a malapena accenneranno diversi aspetti della storia.

hell is us
La guerra civile di Hadea ha lasciato segni profondi nel Paese.


ESPLORARE INGEGNANDOSI

Analizziamo ora la caratteristica indubbiamente più originale dell’opera e che sin dai tempi dell’annuncio ha destato maggior attenzione, ovvero il modo in cui è strutturata la progressione.

Gli sviluppatori infatti hanno optato per un approccio anni 90’, rimuovendo del tutto la mappa di gioco e costringendo il giocatore ad aguzzare l’ingegno per progredire nella storia.
Sarà fondamentale unire i puntini dialogando con più npc possibili, leggendo i cartelli e le note sparse per il mondo di gioco, con Rèmi che si appunterà tutto il necessario sul suo tablet.

A complicare le cose la struttura delle mappe è di tipo sandbox, ovvero ci saranno tante zone open-world di medie/piccole dimensioni, che avranno quest secondarie (e non) e misteri in comune.


Messa così può spaventare, ma nella mia esperienza personalmente ho avuto difficoltà solo in rare occasioni, poichè sul tablet sarà possibile consultare tutte le informazioni apprese con discreta facilità.
Gli unici casi in cui il sistema ha mostrato un po’ il fianco, specie per quanto riguarda le missioni secondarie, riguardano quelli in cui veniva richiesto al giocatore di ricordarsi elementi e dialoghi incontrati diverse ore prima, cosa tutt’altro che facile considerata la grande quantità di storie più o meno complesse con cui avremo a che fare.

Nota di merito per la direzione artistica delle ambientazioni, sempre di prim’ordine, che mette in scena luoghi davvero oscuri e devastati dalla guerra, mescolando in tutto con gli elementi sovrannaturali di cui andremo a parlare ora.


COMBATTERE LE EMOZIONI DELLA GUERRA

Parliamo ora della vera spina nel fianco di Hell is Us, ovvero i combattimenti e tutto ciò che li riguardano.
Gli sviluppatori hanno deciso di ispirarsi in piccola parte ai souls-like, mettendo in campo un combat-system fatto di stamina, schivate, parry ed attacchi speciali, dove è il melee a farla da padrone.
In supporto, potremo utilizzare anche il nostro fido drone che avrà abilità uniche per il nostro protagonista, quali attacchi rotanti, attacchi in salto o la possibilità di distrarre uno dei nemici.

Fin qui tutto ok, giusto? Beh, decisamente no.

hell is us
Gli Hollow Walkers purtroppo inizieranno a stufarvi presto.


Partiamo dai nemici: gli Hollow Walkers sono spettri umanoidi e silenziosi nati in seguito alla Calamità, l’evento sul quale indagheremo per tutta l’avventura.
Il problema è che le 5 varianti in cui è possibile trovarli risultano quasi tutte identiche fra loro, sia visivamente che nell’approccio necessario per sconfiggerli…e qui veniamo ad un altro elemento discutibile.

Hell is Us infatti ha una meccanica simile al Ki di Nioh, dove in pratica dopo che avremo inflitto dei danni ad un nemico, se premeremo l’apposito tasto nel momento giusto, ricaricheremo sia gli hp che la stamina.
Questo si traduce nel fatto che anche a difficoltà massima, ci sarà ben poco bisogno di strategia e la cosa migliore da fare sarà cercare di menare a più non posso usando ben poco cervello.

A peggiorare il tutto c’è il problema che i combattimenti non sono una parte accessoria del titolo, tutt’altro, dato che saranno presenti in molte occasioni e con diverse sessioni completamente dedicate ad essi.

CONCLUSIONI: Hell is Us è un prodotto capace di distinguersi sul mercato grazie ad un sistema di progressione che non accompagna per mano il giocatore, costringendolo a ragionare continuamente per unire i puntini della storia. Le atmosfere e la direzione artistica sono generalmente di ottimo livello, peccato per i combattimenti che pur rappresentando uno degli aspetti centrali dell'opera risultano ripetitivi e poco stimolanti.

VOTO FINALE: 7.5

  • Il sistema di progressione vecchio stampo è stimolante e funziona
  • Ottima l’atmosfera generale
  • Buona scrittura generale
  • I combattimenti risultano ripetitivi e troppo facili
  • In alcuni rari casi la mancanza di riferimenti per la progressione può disorientare