Eccoci, con il solito ritardo, a parlare dell’avventura mensile che, per questo mese lo posso dire, mi ha completamente rapito, catturato, appassionato. Parliamo di quelle esperienze di gioco per le quali i videogiocatori dovrebbero acquisire un titolo. Esplorazione, emozione, arte e qualità, sono tutte parole che oggi mi sento di poter accostare al videogioco che ho avuto il piacere di provare grazie al GamePass: Clair Obscur: Expedition 33. Siete su NerdGate e state leggendo cosa potrebbe emozionarvi nel prossimo futuro.
La trama è tendenzialmente nota ai più ma un piccolo rinfresco, orfano di spoiler, non fa mai male. Lumière, fantasiosa cittadina ai piedi di una Tour Eiffel di tendenze surrealistiche, alla Salvador Dalì, è l’origine del nostro arco narrativo. Inizialmente, ci troveremo nei panni di Gustave, prossimo a partire per una missione volta a salvare tutta la popolazione dal Gommage. Un evento misterioso durante il quale, a detta delle credenze, la Pittrice –misteriosa e gigantesca figura sullo sfondo- cancellava le persone corrispondenti all’età segnata sul monolito. Sostanzialmente, la spedizione 33 -toh guarda- ha il ruolo di sconfiggere la Pittrice per evitare il Gommage. Durante la nostra avventura, ci troveremo a combattere insieme ad altri compagni –Maelle, Verso, Luna, Sciel, Monoco- che ci accompagneranno fino alla fine.
Esplorazione. Expedition 33 ha nell’anima l’esplorazione, che non solo viene messa in primo piano dalla trama ma viene anche sottolineata durante le fasi di gameplay. Diversi path secondari portano a boss fight o avversari impegnativi volti all’acquisizione di potenziamenti o di chroma, utilizzabile poi per acquistare oggetti presso i commercianti. Le spedizioni, gruppi di persone volte a compiere la missione, esploreranno il mondo nell’intorno della città. Ognuna di queste lascerà un diario per quelli che verranno dopo, così come faranno i nostri protagonisti, rendendo sempre più chiaro quanto accaduto nelle 67 precedenti spedizioni.
Emozione. Se la spinta emotiva dei protagonisti è catalizzata dall’avventura che vivranno, la loro anima sarà conscia della probabile morte. Partiti per salvare tantissime altre persone, Gustave, Maenne, Lune e Sciel andranno incontro ad un climax emozionale forse superiore a quello di gioco. Stringere un rapporto emotivo con ognuno dei personaggi, positivi e anche negativi, è cosa rara e meravigliosa. Commovente la crescita, soprattutto di alcuni character, e l’approfondimento della storia che si snoda in dettagli non sempre chiarissimi. Proprio questo è un altro elemento a favore del design di gioco: un velo di mistero costante, necessario per un gioco in cui non è sempre tutto come sembra. Non ci sarà alcuno spoiler ma il finale è stato, almeno per il mio caso, commovente, svelando sempre più uno scenario inaspettato e svelato con i giusti tempi.
Arte. Artisticamente, Expedition 33 è un’exploit di alto livello, curando ogni sotto-mappa del mondo di gioco e ogni personaggio. L’ambientazione di gioco è surrelaistica con coerenti richiami all’irrazionale e ad una componente onirica, coerente anche in sede di trama. Ma se visivamente, secondo me, è di alto livello, il reparto sonoro è pura arte. Ritmicamente emotivo e coerente, musicalmente toccante e penetrante in ogni situazione di gioco.
Qualità. Il videogioco non è solo un piacere per occhi, orecchie e cuore ma è un toccasana anche nella componente di gameplay. GDR con combattimento a turni, permette una forte personalizzazione di ogni giocatore. Mosse speciali, abilità secondarie ma fondamentali, armi, attributi e vestiti sono tutto ciò che possiamo cambiare. Questo ci permette di pensare a strategie ben studiate e utili ad affrontare nemici, a volte anche molto difficili. Le battaglie sono molto divertenti e riescono costantemente ad allontanare la noia della monotonia, grazie ad una varietà non banale di nemici e di mosse. Sicuramente, se si azzecca la combinazione esatta di Picto da affidare ad un paio di personaggi abbiamo modo di rompere il gioco.