Factorio: Space Age è la nuova espansione di Factorio che permette di continuare la nostra “avventura” nell’ottimizzazione e nella gestione delle risorse alzando l’asticella e portandola ad un livello spaziale. Il mondo creato da Wube Software, che ringraziamo per averci fornito la chiave per il gioco base e il DLC, adesso è interplanetario, ed è grandioso.
Cos’è Factorio? Per chi non lo conoscesse è un gioco di gestione delle risorse, ottimizzazione e base building. La “trama”, seppur un aspetto secondario, vede il nostro protagonista che durante una spedizione interplanetaria cade con la navicella nel pianeta Nauvis, molto simile alla terra. Unico superstite della spedizione decide di mettersi al lavoro, rimboccarsi le maniche della tuta spaziale e costruire un razzo per lanciarsi nello spazio e tornare al pianeta d’origine. La costruzione del razzo era l’obbiettivo ultimo del gioco di base, per farlo sono necessarie risorse e tecnologie sempre più avanzate. Bisogna organizzare le linee di estrazione dei minerali base che convoglieranno nelle varie linee produttive delle decine di oggetti che possiamo ricercare e creare. La ricerca è fondamentale per sbloccare equipaggiamenti e oggetti sempre più avanzati e sofisticati. Durante l’espansione, avanzamento e incremento della produttività emetteremo dell’inquinamento che farà sì che la fauna locale ci attacchi, poichè siamo invasori nel loro territorio, per cui dovremo difenderci (o pensare ad abbassare l’inquinamento), un po’ la metafora del nostro mondo.
Factorio: Space Age evolve il gioco base ad un livello interplanetario. Difatti dopo aver lanciato il nostro razzo possiamo costruire delle piattaforme spaziali, stile satellite, dove stabilire i nostri nuovi centri produttivi e creare una rete interplanetaria di piattaforme collegate tra di loro. Le piattaforme saranno il nuovo core del gioco, fondamentali per elaborare risorse uniche e trasferirle. Muoversi tra pianeti sarà possibile ma dovremo fare attenzione agli asteroidi, che dovranno essere distrutti e collezionati per ottenere nuove risorse.
I nuovi pianeti aggiunti all’espansione sono incredibili. In totale sono 4: Vulcanus, Fulgora, Aquilo, Gleba. Ogni pianeta ha delle caratteristiche specifiche e uniche, flora e fauna adattata alle condizioni del pianeta e richiederà che il nostro stile di gioco e progettazione sia adatta alla situazione. Se con Nauvis le linee progettuali erano lineari e standard, adesso la geografia è specifica per ogni pianeta. Vulcanus, come dice il nome, è un pianeta Vulcanico ricoperto da fiumi di lava, geyser solforici, difeso da vermoni enormi che ricordano molto quelli di Dune. Aquilo, in contrapposizione al precedente, invece vede una superficie glaciale ricoperto da fiumi di ammonia ed iceberg, dove i macchinari hanno bisogno di sorgenti di calori per funzionare. Gleba è un pianeta umido, ricco di vegetazione e fauna locale (ragnoni a 5 zampe) che diventerà aggressiva non appena aumenterà l’inquinamento. Infine Fulgora è un pianeta dove la notte la presenza di tempeste di fulmini è micidiale, la cui unica risorsa sono cumuli di spazzatura che vanno estratte e da cui si ottengono varie risorse (non determinate), da smistare e riutilizzare. In questo senso Fulgora cambia il paradigma della creazione degli impianti produttivi.
In generale tutti i sistemi di produzione andranno re-immaginati in Factorio: Space Age, difatti l’ottimizzazione sarà importante, ma ancor di più la pianificazione. Alcune risorse possono essere elaborate tramite il trasferimento su più pianeti, senza far spoiler, delle risorse di Aquilo possono essere smantellate su Vulcanus per esempio.
Il giocatore ad ogni nuova discesa in un pianeta è di fronte ad una fase di analisi ancora più importante, sarà divertente analizzare e scoprire le caratteristiche di ogni territorio, capire dove e come estrarre le risorse e, soprattutto, capire come elaborarle.