Cosa abbiamo giocato a Settembre su Game Pass

Bentrovati nella rubrica mensile nostrana nella quale oggi vi riportiamo i giochi provati su Game Pass nel mese di settembre. Questo mese abbiamo una buona varietà di giochi. In ordine cronologico: The Rewinder; Mafia: Definitive Edition; Inkulinati. 

Giochi diversi tra loro, ognuno dei quali ha regalato a modo suo momenti differenti di relax, divertimento e nostalgia. Parliamoci chiaro, nessuno di questi giochi necessita una console current gen ma, di certo, averli tutti nella stessa rubrica risulta molto comodo. Iniziamo, come sempre, con il raccontare le esperienze in ordine cronologico. 

Il primo, The Rewinder, è un titolo 2D a scorrimento laterale che richiede la risoluzione di enigmi ambientali per proseguire con la storia. Ambientato nel folklore cinese, il protagonista Yun -appunto, il Rewinder- dovrà investigare sugli eventi avvenuti nel villaggio di Quinglong Town. Infatti, gli abitanti del paesino maledetto, poverini, sono scomparsi e -attraverso il potere del Rewinder- Yun cercherà di salvarli, andando alla ricerca dell’origine della maledizione. 

Con una grafica pixelata e priva di dettagli esagerati e con una sonorità molto monotona, il gameplay si concentra esclusivamente sull’uso di pochi tasti. Quelli indispensabili per effettuare una ricerca, una selezione e un conto. Semplice -anche se meccanico- il titolo ci permette i scontrarci con i tanti puzzle ambientali. 

Il gioco ha il suo perché. Di breve vita, la campagna -senza essere completisti- è durata circa 8 ore e permette di fuoriuscire dal mondo videoludico mainstream. Di certo, richiede pazienza e una mente lucida, non tanto per la difficoltà dei puzzle -a volte, almeno per me, davvero tosti- quanto per un ritmo davvero molto lento. La trama si sviluppa come una galleria: in maniera graduale arriva sempre più in fondo alla questione, generando curiosità nel giocatore. Certo, non è il titolo più divertente del mondo ma può essere indirizzato a chi vuole usare un po’ di cervello e fare un salto indietro di qualche anno. 

Un videogame che non mi ha emozionato come altri affrontati in questi mesi e riportati nella rubrica come Planet of Lana, ma che è riuscito ad interessarmi per le nozioni di folklore cinese. La lentezza e la presenza di una colonna sonora sempre molto simile non mi hanno aiutato a rimanere sveglio a notte inoltrata. Come si può notare, da oggi introduciamo anche l’emozione che un gioco mi suscita. 🫤 

Volendo proseguire oltre, arriviamo a Mafia: Definitive Edition. Questo è uno di quei titoli che, se non avete mai provato, dovete assolutamente giocare. Rilasciato al grande pubblico nel 2020 da 2K, il gioco è una remaster dell’originale, targato addirittura 2002. Titolo che, in vista del nuovo arrivo -Mafia: The Old Country- riesce a riproporre un successo dell’epoca, migliorandolo. E basta. Il titolo è stato migliorato, nella stabilità, nella grafica -dopo 20 anni mi pare anche giusto- e nella narrativa. Infatti, Mafia ha mantenuto il suo stile, portando quello degli Stati Uniti degli anni 30 sullo schermo dei nostri anni.  

La trama, in poche parole, vede Tommy Angelo scalare la gerarchia sociale della famiglia mafiosa Salieri. Nella lunga guerra contro i Morello, Tommy riesce a diventare prima autista, poi braccio destro del boss. Se ad un’ambientazione ben realizzata e ad un gameplay reso piacevole e moderno accostiamo una storia come quella del signor Angelo, possiamo affermare che 2K ha fatto davvero bene a riproporre un titolo come questo. Al di là della guida dei mezzi, davvero poco realistica e macchinosa, il titolo –almeno dalla mia esperienza- ha mostrato davvero poche criticità.   

Ecco, proprio Mafia è uno di quei giochi che -al contrario del suo predecessore nella rubrica- è riuscito più a toccarmi. Un titolo che è riuscito a farmi affezionare a più di un personaggio, generando in me forte desiderio di progredire nella storia. Se, infatti, dovessi dire che mi sono goduto la mappa, mentirei. A differenza di RDR2 ero solo molto interessato alla storia e ai personaggi, tanto da provocare in me un sussulto nella scena finale. Si, ci rimasi allora ed ora male. Il doppiaggio con quell’americano tinteggiato con un accento siciliano mi ha permesso di godere di un’ottima immersività (non sono siculo e non ho un ottimo inglese, ma la realizzazione delle due cose mi è sembrata interessante).  

Proprio grazie a Mafia, potrei dire che il mio pensiero sulle remstered ha un senso. Titoli vecchi per essere vecchi, di successo e che le generazioni attuali di videogiocatori giovani non hanno avuto modo di provare, devono essere rimasterizzati. È quasi un dovere, non solo per tramandare culturalmente un lavoro artistico di successo ma anche per evitare -come a breve accadrà per molti titoli- il fenomeno dell’eliminazione del videogame. Al contrario di tante altre remastered senza senso, prodotte a cortissimo raggio solo per mancanza di idee o di coraggio, Mafia: Definitive Edition è una remastered sensata e godevole. 😍 

L’ultimo gioco di cui parleremo oggi è proprio lui, proprio quel gioco un po’ sacrilego, divertente e inaspettato, uscito nel 2023: Inkulinati. Un videogioco per il quale non sai se ridere o chiudertici. Strategico a turni, in 2D su una pergamena medievale, dove il nostro personaggio -uno degli Inkulinati selezionabili all’inizio- deve affrontare un percorso pieno di battaglie. Scegliendo il percorso su una mappa -soprattutto in base alle nostre preferenze strategiche- affronteremo diverse battaglie alternate a momenti di refilling di energia, vita o inchiostro. 

Non sono le battaglie che potete immaginare. Tra flatulenze, uccelli con spade, cani con archi, gatti vescovo, diavoli e tantissimo altro, il gioco ci permette di scegliere un esercito di cinque possibili figure evocabili. Evocabili? Si, durante la partita possiamo disegnare una di queste fiere, farle muovere e combattere, oltre che utilizzare abilità, più o meno utili, a disposizione dell’inkulinati. Con un’alternanza di possibili movimenti, tante quante le figure in campo, crea una danza che si espande tra gli atti. Gli atti altro non sono che una parte del capitolo del libro che scriveremo nella singola battaglia. Insomma, chiari ed espliciti riferimenti al mondo medievale con una originalissima chiave di lettura umoristica.

Innovativo per il suo stile coraggioso, richiamante a Pentiment (titolo che ho apprezzato alla follia) e con note umoristiche che richiamano al mondo medievale. In questo modo, Inkulinati, è riuscito a sorprendermi e a regalarmi ore e ore di gioco. In notturna o con sessioni diurne, la strategia, l’interazione possibile con l’ambiente, il gioco mi ha affascinato e -soprattutto- divertito. È proprio quell’esempio di come per divertirsi non servono obbligatoriamente giochi quadrupla A. Bello. 😍😍