JAMES BOND 007 SPECTRE – Recensione

7 Nov 2015

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007 SPECTRE: IL RITORNO DEL NEMICO STORICO.

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Il primo film di James Bond, 007: licenza di uccidere, uscì nel 1963, la saga dell’agente britannico ha compiuto i 50 nel 2013 con Skyfall, eppure ogni nuova pellicola di questa longeva serie riesce ancora a riempire i cinema. Quale misteriosa alchimia riesce a far sopravvivere un personaggio così a lungo?

Il segreto di James Bond è nella capacità dei curatori della serie di essere riusciti a mantenere una linerarità tra tutti gli episodi; le facce si son succedute, cambiavano le caratteristiche del Bond di turno, ma la storia era sempre in evoluzione, seguendo una propria narrativa.

Se da un lato è stato sicuramente il punto di forza del brand, dall’altro si è arrivati ad una situazione di stallo, in cui la storia diventava un po’ ripetitiva, ma soprattutto James Bond era diventato schiavo di sé stesso; la gente accettava tutto ciò che passava sullo schermo limitandosi a considerarlo possibile solo perchè era James Bond a farlo (ancora ricordo Timothy Dalton che fa impennare una motrice in Vendetta Privata!).

Per una volta, la scelta di dare una brusca frenata ad una serie e ripartire da zero con un reboot pare esser stata vincente; quando Martin Campbell e Daniel Craig portarono sullo schermo la versione moderna dell’agente speciale per eccellenza, lo fecero con l’idea ben precisa di dare alla spia britannica una nuova vita, in cui lo spettatore viene portato all’inizio del mito stesso (come raccontato nell’incipit di Casinò Royale).

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IL BOND DI MENDES E DANIEL CRAIG E’ UNO DEI POCHI ESEMPI IN CUI UN REBOOT DI UNA SAGA RIESCE A OTTENERE DEGLI OTTIMI RISULTATI

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In questi giorni nei nostri cinema è arrivata l’ultima parte dell’avventura in quattro atti del nuovo Bond, Spectre.

In questa pellicola viene a chiudersi la caccia di Bond alla misteriosa organizzazione che segretamente sta cercando di sovvertire l’ordine mondiale, cercando di indebolire gli stati portandoli a sciogliere i propri servizi di spionaggio; il pretesto addotto è la creazione di una nuova rete internazionale di sicurezza, un metodo di controllo moderno che renderebbe obsoleto il lavoro di intelligence tradizionale. Naturalmente a farne le spese sarebbero i vecchi agenti come il nostro Bond, visto che il governo di Sua Maestà decide di aderire al progetto, mettendo in soffitta il programma 00.

Ma può James Bond arrendersi a questo destino? Ovviamente no, e a dargli un nuovo incarico torna una vecchia conoscenza direttamente da regno dei morti, incaricandolo di scoprire il più possibile su questa organizzazione segreta e, ovviamente, sconfiggerla.

La minaccia ha il nome di Spectre, un consorzio internazionale di persone con un preciso scopo: sovvertire l’ordine mondiale e dare vita ad un governo ombra che muova le fila della società globale. In questo aspetto, Sam Mendes (succeduto a Campbell a partiie da Skyfall) ripresenta la figura classica della Spectre avversaria di Sean Connery e Roger Moore, il nemico il cui motto era “Smiert Spionem” (morte alle spie); anche in Spectre la mira principale del gruppo di assassini e criminali è la sistematica eliminazione degli agenti segreti, gli unici in grado di fermarli. Non siamo di fronte ad un semplice copia ed incolla, il nuovo plot ha il merito di aver creato un’identità nuova ed al passo dei tempi per la Spectre, rendedola credibile e sfruttando le potenzialità del controllo globale.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Date a James Bond un aereo e godetevi lo spettacolo!” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”10591″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

La solidità della trama nasce dall’aver ideato sin dal primo episodio questa storia come un unico romanzo, un racconto unico che prende lentamente forma sullo schermo.

Tutti gli eventi che abbiamo vissuto nei primi tre capitoli (Casinò Royale, Quantum of Solace e Skyfall) prendono ora una nuova forma, in Spectre ci vengono finalmente dati tutti gli indizi che ci mancano per riuscire a dare un senso alle vicende del James Bond versione Craig. Le perdite, le sconfitte e l’apparente incapacità di Bond e dell’MI6 di poter sconfiggere i propri nemici ora ci appaiono sotto una nuova luce, iniziamo a cogliere il disegno che animava tutti i progetti criminali sulla cui strada si è sempre messo James Bond; ma soprattutto il passato dell’agente speciale viene finalmente raccontato, almeno in parte, dopo il breve accenno avuto in Skyfall.

Ma è il punto di contatto tra il passato di James Bond e il presente sullo schermo che mostra una piccola debolezza nel film; il rapporto tra l’agente segreto e il suo nemico nascosto nell’ombra è forse un po’ troppo forzato, un voler rendere eroe e antagonista due facce della stessa medaglia, uno lo specchio di come avrebbe potuto esser l’altro.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Anche correndo sui palazzi armato e pericoloso, James Bond non rinuncia al suo stile british
” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”10593″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

ATTENZIONE QUI INIZIA UN PICCOLO SPOILER, siete avvertiti!

In Spectre ci viene raccontato come il giovane James, rimasto orfano, viene aiutato a superare il duro momento da un uomo, Hannes Oberhauser, il quale lo accoglie e cerca di farlo sentire a casa, sperando che la presenza del figlio Franz aiuti il piccolo orfano inglese; sfrotuna vuole che James e Hannes leghino molto, suscitando una gelosia tremenda in Franz.

A questo punto inizia il dramma biblico, torniamo a Caino ed Abele; passano gli anni e Franz decide di prendersi la sua vendetta contro l’odiato James, nel frattempo diventato l’agente di punta dei servizi segreti di Sua Maestà, e crea la Spectre, di cui faranno parte anche Le Chiffre, Silva, White e Green. Il punto di svolta nel film è quando Franz Obenhauser sceglie di rinunciare al nome paterno, gesto di totale rifiuto per il padre, scegliendo invece il cognome materno, e ribattezzandosi Ernst Stavro Blomfeld; è il richiamo più forte alla tradizione di Bond, rendendo Spectre non solo il punto di chiusura del poker di pellicole di Mendes, ma facendo assumere al film in questione il ruolo chiave di tutta la storia con protagonista Daniel Craig.

Personalmente questo aspetto così simile ad una faida famigliare lo avrei tralasciato, per quanto compaia, anche se brevemente, nella versione cartacea originale di Operazione Octopussy di Ian Fleming. Questa relazione fra Bond e Oberhauser è l’anello debole del film, una forzatura che rischia di lasciar lo spettatore col dubbio che agli sceneggiatori sia mancato un motivo credibile per collegare Bond e Oberhauser.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Una bella scazzottata in elicottero è il modo giusto per iniziare la giornata” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”10592″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

Quindi dobbiamo scartare Spectre per questo difetto?

Assolutamente no, perchè comunque sia la forza del film è nell’intensità con cui Daniel Craig è riuscito a dare al pubblico un James Bond credibile e moderno, lontano dalla figura ironica di Moore e Brosnan, più vicino all’agente di Connery per il fisico massiccio; la sua recitazione non è da premio Oscar, ma è credibile e reale, sa esser duro e spietato, ma sa anche mostrare le sofferenze del suo personaggio in modo impeccabile.

Ad aiutare Craig c’è un cast di tutto rispetto in cui svettano due colossi come Ralpf Fiennes (il suo M ha il sapore della classica spy story dal taglio british) e Christoh Waltz, come sempre un maestro nel dare vita a personaggi complessi e carismatici.

Da dimenticare l’interpretazione di Donna Lucia fatta dalla Bellucci, mistero tutto italiano del perchè la si definisca attrice, incapace di dare una varietà ai propri personaggi e oltretutto in grado di renderli ancora più piatti e impalpabili doppiandoli con la propria voce; la fortuna è che in Spectre la sua parte è estremamente breve.

Ma non sono solo gli attori a rendere godibile questa pellicola; il mito di James Bond viene celebrato continuamente, dai tanti piccoli richiami alla tradizione dei Bond classici (la costante presenza della Aston Martin David Brown, qui presenti con la nuova DB10 e la storica DB5), alle citazioni delle pellicole precedenti (non siamo ai livelli di Skyfall, ma anche in Spectre i rimandi non mancano). È innegabile come la tradizione della saga dell’agente britannico sia ancora vitale e abbia molto da offrire, rinnovandosi ma riuscendo a mantenere la propria identità, perhcè in fondo s parla sempre di Bond, James Bond!

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  • RILASCIATO: 05.11.2015
  • GENERE: Spy story, Action
  • DURATA: 148 minuti
  • REGIA: Sam Mendes
    SCRITTO DA: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade, Jez Butterworth

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